“I have a right to live, to choose, to be free”
Il principio d’uguaglianza e di non-discriminazione costituisce un elemento fondamentale nella protezione dei diritti umani. È garantito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo nell’art.14 ed è stato poi rafforzato dal Protocollo nº12, che vieta qualunque forma di discriminazione da parte delle autorità pubbliche per qualunque motivo.
La discriminazione non passa però soltanto dalle istituzioni, ma è presente anche nella quotidianità, andando a creare un ambiente di vita pieno di ostacoli e limitazioni. Le discriminazioni possono prendere qualsiasi forma e attaccare un qualsiasi aspetto della persona, da quello sessuale all’identità ed espressione di genere, dal colore della pelle all’orientamento religioso.
Il tema dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere sono tematiche ancora fortemente dibattute in tutti i paesi del mondo e per questo presenti anche all’interno della società palestinese. Quest’ultima è di stampo patriarcale, dove il delitto d’onore è tutt’ora presente e giustificato da buona parte della cittadinanza. Nonostante i progressi fatti su diversi temi di emancipazione, specialmente in Cisgiordania, essere una donna in questi territori non è semplice, ma lo è ancor meno essere parte della comunità LGBT+.
Sebbene le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso non siano criminalizzate in Cisgiordania, l’Autorità Nazionale Palestinese è colpevole di aver commesso violenze nei confronti delle persone facenti parte della comunità LGBT+.
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