Italia non è solita alzare la voce nelle questioni di politica estera ed è ancora più apatica quando si tratta della Palestina. Eppure, di recente, è riuscita ad attirare le critiche dell’ambasciata israeliana a Roma. Il 20 dicembre, il Comitato permanente sui diritti umani nel mondo della Commissione Esteri della Camera ha condotto l’audizione di due organizzazioni palestinesi, parte delle sei ONG che Israele il 19 ottobre ha designato come “terroristiche” senza fornire ancora alcuna prova.
Sahar Francis, direttrice di Addameer, e Shawan Jabarin, direttore di Al-Haq, auditi in videoconferenza, hanno raccontato come la decisione di Israele sia stata il culmine di una serie di diffamazioni, intimidazioni e violenze che durano da anni – come riportato dalla Relatrice ONU sulla Situazione dei Difensori dei Diritti Umani – includendo anche “mezzi mafiosi, come le corone funebri davanti alle porte di casa”.
Allora perché un’accusa così grave e perché proprio ora?
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