L’8 marzo è la giornata globale per segnare le conquiste delle donne, per promuovere i loro diritti e l’uguaglianza di genere, e per lottare contro la discriminazione. Anche per i palestinesi la Giornata internazionale della donna è una festa nazionale, con commemorazioni che molto spesso iniziano un giorno prima. Così è stato nel 2018, quando il governo palestinese ha approvato diversi emendamenti e risoluzioni per promuovere i diritti delle donne, comprese pene più severe per i cosiddetti “crimini d’onore”.
Tale attivismo femminista è stato istituito con fatica e facendo fronte a lotte quali quella dell’indipendenza, contro l’occupazione israeliana, e contro il patriarcato dominante in entrambe le società. L’occupazione militare di Israele, le politiche e le pratiche discriminatorie alimentano l’aumento della violenza socioeconomica e politica contro le donne.
A queste lotte si è aggiunta poi quella pandemica che è stata particolarmente impegnativa per le donne di tutto il mondo. Medici, infermieri e insegnanti palestinesi – la maggior parte dei quali sono donne – si sono trovati in prima linea nella lotta contro la pandemia.
Nel corso del 2021, mentre il mondo si è trovato ad affrontare e reagire a una pandemia globale, le donne palestinesi, che si destreggiano nel loro doppio ruolo nella vita pubblica e nella vita familiare, sono state le più colpite dall’impatto della pandemia. In effetti, le misure di contenimento e le relative restrizioni hanno avuto e continuano ad avere un impatto significativo sulle donne, in quanto hanno aggravato gli sforzi di coloro che si prendono cura della famiglia.
Nel frattempo, la violenza di genere continua a essere una realtà nella società palestinese che è anche aumentata durante la pandemia, poiché lo Stato di Palestina non riesce a prendere misure sufficienti ed efficaci per prevenirla e per garantire la protezione dei diritti delle donne, protetti da varie convenzioni internazionali a cui lo Stato di Palestina ha aderito senza riserve.
E mentre le donne giocano un ruolo fondamentale nel guidare il progresso della comunità anche durante la pandemia, sono ancora largamente sottorappresentate nella vita pubblica e nel processo decisionale.
Di conseguenza, mentre il mondo celebra la Giornata internazionale della donna, vogliamo che sia ricordato alla comunità internazionale la lotta dei palestinesi per i loro diritti fondamentali e inalienabili, compreso il diritto all’autodeterminazione e il diritto al ritorno, e l’urgente necessità di porre finalmente fine a decenni di impunità di Israele, per ottenere la responsabilità del popolo palestinese.
8 marzo 2022: la Palestina è una questione femminista.
Anche quest’anno la lotta non si ferma, infatti quest’oggi si terrà una conferenza con oratori palestinesi e diversi attivisti al fine di approfondire questa tematica. L’evento prende il titolo di “la Palestina è una questione femminista – Incontro sulla Giornata internazionale della donna”.
Tale evento è stato organizzato da womensgrid, un progetto con base volontaria il cui scopo principale è quello di condividere informazioni da e su gruppi di donne, campagne e questioni femminili. Tra gli oratori emergono Nada Elia, docente nel programma di studi culturali americani alla Western Washington University, la quale sta attualmente completando un libro sull’attivismo della diaspora palestinese.
Si distingue anche Jennifer Mogannam, esperta di etnografia palestinese, storica orale e critica culturale – una studiosa transdisciplinare, organizzatrice di comunità ed educatrice che ha radici in Palestina e nella Bay Area. Come persona in esilio e lottatrice per la liberazione, cerca e trova casa e movimento nel suo popolo ovunque vada.
Sicuramente sarà un evento di valore per la lotta palestinese e, in particolare, per i diritti delle donne, nella speranza che sia anche un’opportunità per dar voce alla causa delle donne palestinesi e che la comunità internazionale possa prendere misure immediate, efficaci e concrete per combattere la violenza contro le donne, promuovere i loro diritti fondamentali, e garantire una più ampia partecipazione delle donne a tutti i livelli, in particolare nel processo decisionale e nella vita pubblica migliorando di conseguenza il loro accesso alla giustizia.
È giunto il momento di intraprendere sforzi efficaci così come misure sia internazionali che locali per realizzare realmente il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi e porre fine alle persistenti violazioni dei diritti umani e alla discriminazione contro i palestinesi, comprese le donne.
Maria Rosa Milanese