Di Marta Lioce
La proposta di una riforma giudiziaria e la costituzione di una Guardia Nazionale alimentano una delle peggiori crisi istituzionali della storia di Israele. Democrazia e tutela dei diritti umani sono a rischio secondo l’opposizione e non solo.
Uno scenario allarmante
I risultati delle elezioni parlamentari israeliane dello scorso novembre avevano palesato un quadro politico-ideologico allarmante. Per la quinta volta in quattro anni Israele era tornato alle urne dopo la crisi di governo dell’estate 2022, lo scioglimento della Knesset e la fine del governo Bennett-Lapid. La vittoria del Likud e il ritorno al potere di Netanyahu rappresentavano una rafforzata unità d’intenti tra destra e ultradestra religiosa, verso la quale ‘Bibi’ si era spostato: tutto pur di vincere (di nuovo).
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