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Hamas: recensione del libro di Paola Caridi

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“Hamas” di Paola Caridi, è un libro pubblicato da Feltrinelli nel 2009 e poi riformulato dall’autrice dopo i fatti del 7 ottobre 2023. Il testo accompagna il lettore non solo all’interno della storia di Hamas, ma all’interno della realtà palestinese, dove ogni aspetto è multidimensionale. La riformulazione è il frutto del lavoro sul campo di Caridi svolto nel 2009, con documenti e fonti orali. Come lei stessa sostiene nelle prime pagine:

Questa è cronaca, e la cronaca nutre la storia, soprattutto la storia contemporanea


Hamas: il movimento

Pagine dense e fitte di informazioni ci guidano attraverso le dinamiche sociali e politiche che hanno segnato la storia palestinese. L’autrice rende accessibile a tutti la comprensione del movimento, dei suoi membri, della loro ideologia e del ruolo delle quattro constituency, oltre al fondamento principale del movimento, radicato nel motto “Servire il Popolo. Hamas è l’acronimo di Ḥarakat al-Muqāwamah al-ʾIslāmiyyah, che in arabo significa Movimento di Resistenza Islamica.


Hamas: storia e identità

Il libro di Caridi parte da quella che è la storia delle origini di Hamas, ma soprattutto dalla necessità di comprendere dove ha  avuto origine. Nulla è casuale ma tutto è causale e consequenziale al 1948. Hamas viene definito come un movimento dal comportamento e funzionamento tribale. Basato fortemente sul consenso popolare, sia in chiave moderna che tradizionale, affonda le sue radici nel tribalismo e nel proselitismo, riprendendo le sue origini dai Fratelli Musulmani. Rappresenta il ritorno di un codice socio-religioso che accoglie tutti, incluse le donne. Il libro mostra come un movimento basato sull’Islam – visto in Occidente come segregativo e intransigente, specialmente nei confronti delle donne – trovi in esse le sue maggiori sostenitrici, in particolare durante le elezioni del 2006. Caridi introduce così a noi lettori occidentali l’esistenza del femminismo islamista.

Hamas non è solo un progetto politico, si è profondamente radicato nel tessuto sociale, diventando quasi familiare, collettivo. Pertanto, l’eliminazione mirata dei suoi leader da parte di Israele non porterà mai allo sradicamento del movimento: lo stesso ruolo viene immediatamente assunto da un’altra persona.


Gli eventi ripercorsi

La storia di Hamas, ripercorsa nel libro di Caridi, è costellata di date e momenti significativi, dalla sua fondazione voluta dallo sceicco Yassin pochi mesi prima della prima intifada. Tra gli eventi chiave troviamo gli accordi di Oslo, la seconda intifada, il massacro della moschea di Hebron nel 2004 e l’assassinio dello sceicco. Si passa anche dal rapimento di Gilad Shalit, che vede l’ala militare diventare una componente che opera nell’ombra. Infine, si arriva alla prima partecipazione alle elezioni del 2006. È chiaro che il movimento si comporta come un partito centralista democratico come quelli di stampo comunista. Nonostante i tempi lenti per prendere una decisione, una volta presa essa riunisce l’intero movimento con il pragmatismo singolare di Hamas.


Voci in capitolo

La differenza rispetto a tutte le altre operazioni e questa del 7 ottobre, è che nulla è più come prima, vista la presa di decisione dell’ala militare confermata da quella politica. L’opinione pubblica palestinese continua a richiedere resistenza all’occupazione. Hamas, che ha sempre fondato la propria esistenza sul consenso e sulla capacità di interpretare le esigenze della popolazione, risponde a questa richiesta con la resistenza armata. Tuttavia, sono i civili a pagare le conseguenze principali, soprattutto nella Striscia di Gaza. 

La questione israelo – palestinese non è ancora risolta, ma è chiaro che prima o poi dovrà esserlo e speriamo saranno i palestinesi, questa volta, ad avere voce in capitolo.  


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