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Golan Occupato

Il Golan è occupato dal 1967 e poi annesso de facto a Israele nel 1981. In un complicato limbo si trovano i suoi abitanti Drusi, a cui viene impedito di autodeterminarsi.

Nel ultimi 10 mesi, la nostra attenzione si è giustamente concentrata su Gaza e occasionalmente  sul secondo fronte di questa guerra combattuta contro il popolo palestinese in Cisgiordania. Tuttavia,  un altro territorio occupato da Israele, spesso poco considerato e conosciuto, sono le Alture del Golan.  Queste zone non rientrano nei territori occupati palestinesi. Sono situate a Nord Est della Palestina storica, al confine con la Siria, o meglio, in Siria. Al confine con il Libano (terzo fronte) è in corso un conflitto a bassa intensità. Accanto, c’è un area considerata più silenziosa, ma sotto occupazione israeliana dal 1967. Israele, durante la guerra dei Sei giorni, invase il Sinai, Gaza, Cigiordania e le Alture del Golan.


Golan, da sempre importanti

Le Alture del Golan sono una zona prevalentemente montuosa che si estende per 1800 chilometri. Strategicamente importante per la sua conformazione geologica, a ovest si riversa sul lago di Tiberiade e Galilea e a est scende verso Damasco. Qui spicca la vetta del monte Hermon, al-Šayḫ,  che raggiunge più di 2.814 metri. Idealeper controllare il nemico e le risorse idriche  del fiume Giordano. Chi aveva il controllo di quest’area dominava le rotte commerciali e militari, che da Damasco scendevano verso i porti della Palestina.


Lo Yom Kippur del 1973

Con la Guerra dei Sei giorni del 1967 l’intera area fu occupata militarmente dall’esercito israeliano. Circa 124.000 dei 130.000 abitanti siriani furono espulsi. Damasco rispose a questa occupazione con la Guerra dello Yom Kippur del 1973, ma i siriani non riuscirono a riprendersi il territorio, anzi, gli israeliani arrivarono nuovamente a un passo da Damasco.


Rapporti con la Siria

Con la firma dell’armistizio nel 1974 si prevedeva il recupero da parte della Siria di almeno un quarto del territorio occupato da Tel Aviv. Tuttavia, il 14 dicembre 1981 il parlamento israeliano approvò una legge che sostituiva l’autorità militare in vigore dal 67 con un annessione de facto allo Stato d’Israele, con estensione di diritto, giurisdizione e amministrazione civile. 

Tale annessione è stata condannata a livello internazionale e ritenuta illegale dalla Risoluzione 497 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Seguirono innumerevoli proteste da parte della popolazione siriana rimasta nell’area, composta da Arabi Drusi. Negli ultimi anni sono stati costruiti almeno 150 insediamenti agricoli israeliani, in aggiunta alla base base militare con radar sul monte Hermon. Come se non bastasse, da anni Israele conduce operazioni militari con droni su Damasco, considerata un campo di battaglia per procura. Così facendo vengono presi di di mira gli interessi, le milizie e l’arsenale dell’Iran in Siria. Le tensioni si sono sicuramente intensificate dopo il 7 ottobre, ma è una strategia di Israele che va avanti da sempre.


Drusi, chi sono?

I Drusi sono un gruppo etnoreligioso arabo che pratica una dottrina monoteista di derivazione musulmana sciita ismailita. Sono diffusi principalmente in Siria, Libano, Israele e Giordania. La loro religione, il drusismo, si distingue per la sua natura esoterica e perché i Drusi non si considerano musulmani, anche se hanno origini islamiche.

Secondo il Centro Statistico Israeliano nel 2019, tra Israele e le Alture del Golan, abitano circa 134.000 drusi. Questicompongono l’1,6% del totale della popolazione Israeliana e il 7,6% della popolazione Arabo Israeliana

La maggior parte dei Drusi che vivono in Israele, nella zona della Galilea e del monte Carmelo, ha la cittadinanza israeliana e presta servizio militare nel paese.  

Nel 1981, quando le alture del Golan vennero annesse da Israele, solo il 10% dei Drusi fece domanda per ottenere la cittadinanza israelian,a mentre la restante parte ancora oggi  si rifiuta di ottenerla. Preferiscono mantenere il loro status di residenti senza passaporto. Si considerano parte integrante della Siria e quindi cittadini siriani e il 14 dicembre di ogni anno scendono in piazza per manifestare contro l’occupazione. Secondo il governo siriano, ancora in guerra con Israele, non ci potrà essere normalizzazione dei rapporti fino a quando Israele non si ritirerà da tutta l’area del Golan.

Un popolo che lotta ancora per la sua possibilità di autodeterminazione nella propria terra occupata,  e di cui nessuno parla.  Con famiglie che dal 1981 vivono separate e gridano le notizie da una collina all’altra nella speranza che un giorno possano ritrovarsi nuovamente insieme.