Nella primavera 2021, mentre in Europa l’immunizzazione contro il Covid-19 procedeva a rilento tra inefficienze e ritardi nella consegna delle dosi, Israele stupiva il mondo con una rapida ed efficiente campagna vaccinale. Al 31 marzo, lo Stato ebraico aveva già immunizzato il 55% della popolazione con una doppia dose di vaccino, contro il 5,4% dell’Unione Europea nel suo complesso.
Al di là dei fattori interni che hanno reso possibile questo successo, è interessante soffermarsi su come il vaccino venga usato da Israele come strumento per promuovere i propri obiettivi di politica estera e come l’andamento della campagna vaccinale tocchi da vicino anche la questione palestinese.
Un primo elemento che emerge è la capacità di negoziazione di Israele, cruciale per accaparrarsi un numero di dosi adeguato a sostenere lo sforzo vaccinale nazionale.
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