La Palestina è comunemente nota come la culla delle tre grandi religioni monoteiste, o abramitiche: ebraismo, cristianesimo e islam. Proprio nel mese scorso, le più importanti festività di queste tre fedi si sono succedute in concomitanza l’una dell’altra. Il Ramadan ha fatto da sfondo a tutto il mese di aprile, dal momento in cui si è scorta la luna crescente in cielo, segno dell’inizio di un periodo di devozione e purificazione per i musulmani di tutto il mondo.
Per tutta la durata del mese i credenti praticano il digiuno alternato a momenti di preghiera dall’alba al tramonto, fino a che il crepuscolo dà inizio alla rottura del digiuno, chiamato iftar.
Il Ramadan non è soltanto purificazione del corpo ma anche dello spirito, ed è ovunque un momento di condivisione e unione. Di fatto, è usanza invitare amici, parenti e vicini a condividere il pasto insieme, ma anche donare a chi non ha sufficiente cibo o beni di prima necessità ciò di cui ha bisogno, in modo che tutti possano celebrare insieme senza iniquità. L’atmosfera che si percepisce in tutti i paesi a maggioranza musulmana è di allegria e festività, voglia di condivisione e celebrazione di uno dei cinque pilastri della fede islamica. Il Ramadan si è concluso quest’anno il 1 maggio con la celebrazione l’Eid al-Fitr, durante il quale i fedeli godono del tempo con le loro famiglie e spesso si scambiano doni. La moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme è il terzo luogo sacro per l’islam, rendendo questo sito ancora più prezioso per i palestinesi musulmani che hanno la possibilità di recarsi lì per la preghiera, specialmente di venerdì. La libertà di religione o di credo è garantita dall’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dall’articolo 18 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e dalla Dichiarazione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Intolleranza e Discriminazione Basate sulla Religione o sul Credo. Questi diritti includono la possibilità di poter osservare il proprio credo religioso e recarsi a praticarlo presso i luoghi di culto.
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