Di Giulia Marchiò, Carolina Lambiase, Lamia Yasin
Il 25 Aprile 1945 è la data che segna la fine della Seconda Guerra Mondiale, e per l’Italia la fine della dittatura fascista ed occupazione nazista sul territorio nazionale.
È lecito domandarsi perché una giornata che segna la liberazione dalla dittatura sia ancora oggi considerata controversa? Perché partiti politici nazionali, si oppongono e trovano di poca utilità celebrare questa giornata, quando essa dovrebbe trascendere le appartenenze politiche.
In fondo, è grazie a quanto accaduto il 25 Aprile del ‘45 se l’Italia è diventata una democrazia, gettando le fondamenta per uno Stato che riconosce la libertà politica senza ritorsioni. La libertà – come cantava Gaber – è partecipazione, che trova questo spazio solamente nella democrazia.
Un passato dittatoriale
Probabilmente ammettere ciò significa fare i conti con il passato dittatoriale del paese, che in molti fingono di dimenticare. Ma significa anche assumersi le responsabilità di quanto fatto verso chi non aveva la possibilità di difendersi, e inoltre, condannarci per quelle azioni che ancora oggi, scegliamo di portare avanti nonostante le nostre sembianze democratiche. Dunque, ogni volta che neghiamo la libertà a qualcuno, falliamo come democrazia, ogni volta che non aiutiamo chi è in difficoltà, falliamo come democrazia, ogni volta che ci giriamo dall’altra parte, falliamo come democrazia, e ogni volta che tacciamo per interessi economici e politici, falliamo come democrazia. E, probabilmente, questo continuo fallimento è troppo anche per noi.
Il 25 Aprile in Israele
Forse è per questo che molti partiti politici, specialmente di destra ma non solo, fanno fatica a condannare Israele per le violazioni dei diritti umani nei confronti dei palestinesi? Può darsi che, specialmente in quanto destre, non vogliano essere nuovamente tacciate di fascismo ed antisemitismo. Si ergono infatti, protettrici di uno Stato che tutto è fuorché democratico e libero, specialmente nei confronti dei propri cittadini ed in quanto potenza occupante nei confronti di tutti i palestinesi.
Curiosamente, in pochi sanno che quest’anno dal 25 Aprile sera al 26, in Israele si celebra la festa dell’indipendenza Yom HaAtzmaut. E’ la ricorrenza che ricorda la fondazione dello Stato d’Israele portata avanti da Ben Gurion. Ma indipendenza da cosa?
La nascita di Israele che si dichiara indipendente e riconosce l’autodeterminazione del proprio popolo, ha portato inevitabilmente alla condanna e alla violazione del diritto di esistere, di un altro popolo: quello palestinese. Dalla Nakba in poi, la Palestina ha perso ogni diritto di esistere.
Un’altra verità
I fatti recenti di questo mese in Israele, che vedono protagonisti i cittadini israeliani di fede ebraica, raccontano ancora un’altra storia. Proprio all’interno di questo stato i suoi cittadini sentono minacciata la propria democrazia.
Ci viene spontaneo chiederci se uno Stato che viola i diritti umani del suo popolo e di quello che occupa, possa essere considerato una democrazia. E l’Italia, che è considerata uno stato democratico, ma che conosce molto bene le sue ombre e il suo passato, come può supportare tali politiche? Sarà forse perché non farlo metterebbe in discussione ogni cosa, soprattutto il silenzio assordante che alleggia dal 1948?
Il 25 Aprile: Democrazia, Libertà e Azione
Per cui noi oggi, come Labiba, vogliamo ricordare a tutt* voi che il 25 Aprile è una data fondamentale per la nostra democrazia su cui dobbiamo continuamente vigilare. Vogliamo anche portarvi a riflettere su tutte le dittature che si travestono da democrazie e che è nostro compito smascherare! Dobbiamo alzarci in piedi e sostenere tutti quei popoli che non possono farlo. Dobbiamo urlare per tutte quelle voci spezzate, protestare per chi è oppresso e, infine, agire!
Non esiste libertà senza popoli liberi! Nessuno di noi sarà libero finché non lo saremo tutt*.
Buon 78esimo Anniversario della liberazione.