di Maria Rosa Milanese
In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza alimentare, vogliamo porre l’attenzione sulla persistente scarsità alimentare in Palestina, che peggiora sempre di più la vita quotidiana della popolazione.
La persistente scarsità alimentare: una sfida sistemica
La crisi alimentare globale ha aggravato le condizioni economiche, erodendo il potere d’acquisto dei palestinesi e compromettendo l’accesso al cibo e ad altri beni essenziali. Nel 2021, lo Stato di Palestina si è classificato al 106º posto su 191 paesi nell’Indice di Sviluppo Umano.
Secondo il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), nel corso del 2023 la Palestina sta affrontando una grave crisi alimentare, con un terzo della popolazione palestinese – pari a 1,84 milioni di persone – che soffre di insicurezza alimentare. Inoltre, il 33% dei bambini palestinesi sotto i 5 anni soffre di malnutrizione cronica. Il Piano strategico per il paese di Palestina 2023-2028 del WFP evidenzia la necessità di affrontare la scarsità alimentare e migliorare l’accesso al cibo.
Ma quali sono i fattori sottostanti della scarsità alimentare? Un determinante significativo è la carenza di risorse idriche e una limitata disponibilità di acqua dolce, con un consumo pro capite inferiore alla media internazionale. Circa il 30% della popolazione palestinese non ha accesso a servizi idrici adeguati e le interruzioni dell’approvvigionamento idrico sono comuni, specialmente nelle zone rurali.
L’occupazione in corso nella regione ha un impatto devastante sull’agricoltura del Paese. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), durante l’ultimo decennio, il valore dei danni causati dall’occupazione alla produzione agricola è stato stimato a oltre 1,5 miliardi di dollari. Questo valore rappresenta una grave perdita economica per l’industria agricola, che svolge un ruolo fondamentale nella sussistenza delle persone e nell’economia del Paese.
Le restrizioni di movimento imposte da Israele limitano l’accesso ai terreni agricoli e alle risorse naturali per i palestinesi. Secondo il rapporto della FAO, più del 60% delle terre agricole palestinesi si trova nelle aree sotto il controllo completo di Israele. Ciò rende difficile per i contadini palestinesi coltivare i loro terreni e accedere alle risorse necessarie per la produzione alimentare. Questa situazione ha un impatto significativo sulla sicurezza alimentare e sulla capacità del Paese di soddisfare le proprie esigenze alimentari interne.
Implicazioni e problematiche
Le restrizioni di movimento e gli ostacoli alla circolazione di persone e merci impediscono anche agli agricoltori palestinesi di raggiungere i mercati locali e internazionali. Questo comporta un’ulteriore perdita economica per l’industria agricola, poiché i prodotti agricoli spesso non possono essere commercializzati in modo efficace. La mancanza di accesso ai mercati limita le opportunità di reddito per gli agricoltori e impedisce lo sviluppo dell’agricoltura come settore economico.
Inoltre, la distruzione delle infrastrutture agricole, come i sistemi di irrigazione e le strutture di stoccaggio, durante i conflitti armati ha un impatto a lungo termine sull’agricoltura. La ricostruzione di queste infrastrutture richiede tempo e risorse finanziarie, rallentando la ripresa del settore agricolo e limitando la capacità dei contadini di coltivare i loro terreni in modo efficiente.
È importante sottolineare che l’agricoltura è una delle principali fonti di sostentamento per molte comunità palestinesi, soprattutto nelle aree rurali. La perdita di terreni agricoli e le restrizioni imposte hanno un impatto diretto sulle persone che dipendono dall’agricoltura per il loro sostentamento. In questo modo aumenta il rischio di insicurezza alimentare e povertà.
Questa situazione ha anche un impatto significativo sulla salute della popolazione palestinese, con un aumento dei casi di malnutrizione e di malattie correlate alla carenza di nutrienti essenziali. La mancanza di una dieta adeguata può portare a problemi di sviluppo fisico e cognitivo, soprattutto nei bambini.
La scarsità alimentare influisce anche sull’istruzione. Molti bambini e giovani palestinesi sono costretti ad abbandonare la scuola per aiutare la propria famiglia nella ricerca di cibo. Altri lavorano per contribuire al sostentamento familiare. Ciò crea un circolo vizioso in cui la mancanza di istruzione e opportunità educative limita le prospettive future di queste giovani generazioni, compromettendo lo sviluppo sociale ed economico del paese.
Ci sono diverse organizzazioni indipendenti che si dedicano a promuovere l’agricoltura sostenibile e a proteggere i diritti dei lavoratori agricoli. L’UAWC si impegna a sostenere programmi di sviluppo agricolo, formazione, assistenza tecnica e attività di sensibilizzazione. L’obiettivo principale dell’organizzazione è garantire la sicurezza alimentare e migliorare le condizioni di vita. Promuovere pratiche agricole sostenibili e sostenere gli agricoltori palestinesi sono aspetti essenziali per garantire la prosperità delle comunità rurali e il benessere dell’intera nazione.
Conclusioni
Gli investimenti in infrastrutture agricole, tecniche agricole moderne e programmi di sviluppo delle capacità sono il primo passo per migliorare la produzione alimentare locale. Primo fra tutti è il caso della gestione e conservazione dell’acqua.
Emerge dunque che la scarsità alimentare in Palestina è il risultato di molteplici fattori interconnessi. I legami tra la scarsità alimentare e le sfide ambientali, compresa la carenza di risorse idriche, ma anche i cambiamenti climatici e l’instabilità politica hanno contribuito a rendere fragile l’intero ecosistema alimentare.